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L'IMPORTANZA DELLE COMPETENZE NON TECNICHE
2014-11-10

L'IMPORTANZA DELLE COMPETENZE NON TECNICHE

La consapevolezza di ciò che si fa, un DPI che può fare la differenza

Negli ultimi anni, le statistiche hanno ampiamente dimostrato come la maggior parte degli infortuni sul lavoro non avviene per mancanza o carenza di dispositivi di protezione (individuali o collettivi), bensì come conseguenza di comportamenti insicuri. E questo perché ormai lo svolgimento di qualsiasi attività o mansione richiede al lavoratore non soltanto competenze tecniche, ma anche prestazioni di carattere cognitivo e decisionale.

Per questo motivo risulta importante compiere una riflessione su alcuni aspetti che vengono spesso sottovalutati e che sono strettamente legati al fattore umano, ovvero alle dimensioni umane associate alle singole operazioni, come: la percezione dei rischio, l’attribuzione di significato, la decisione e l’orientamento discrezionale della propria condotta sul luogo di lavoro. Si tratta di competenze non tecniche, ovvero “abilità cognitive, comportamentali e interpersonali che non sono specifiche dell’expertise tecnica di una professione, ma sono ugualmente importanti ai fini della riuscita delle pratiche operative nel massimo della sicurezza" (Prati G., Pietrantoni L., Rea A.) E lo sono ancora di più se si considera che l’errore umano non può essere eliminato definitivamente.

La conoscenza delle Non Technical Skills, però, può minimizzarlo, riducendo conseguentemente anche i rischi potenziali intrinseci alla cattiva condotta. Analizziamole nel dettaglio:

  1. 1. Consapevolezza situazionale. È la capacità di raccogliere e interpretare correttamente le informazioni, fondamentale per poter anticipare alcuni scenari futuri e prevenirli.
  2. 2. Decision making. È la capacità di riconoscere e definire i problemi, considerando le diverse opzioni risolutive e selezionando quella più adeguata al caso specifico.
  3. 3. Comunicazione. È la capacità di scambiare e condividere informazioni chiare e sintetiche e di recepirle, nonché di riconoscere ed eliminare le barriere comunicative.
  4. 4. Teamwork. È la capacità di lavorare in squadra, supportando i colleghi e risolvendo eventuali conflitti.
  5. 5. Leadership. È la capacità di riconoscere e ottimizzare l’autorità e di definire le priorità gestendo nella migliore maniera il carico di lavoro e le risorse umane.
  6. 6. Gestione dello stress. È la capacità di identificare i sintomi dello stress e i suoi effetti, indispensabile per formulare strategie risolutive.
  7. 7. Capacità di fronteggiare la fatica. È la capacità di identificare i sintomi della stanchezza, indispensabile per riconoscere i limiti e implementare le procedure.

Queste competenze “non tecniche” sono in grado di ridurre di molto l’occorrere di incidenti e infortuni, ma troppo spesso la loro applicazione è lasciata alla coscienza individuale (e dunque all’inconsapevolezza) quando non alla casualità. I lavoratori non vengono formati in merito a queste competenze, che non essendo esplicitate vengono tramandate in maniera informale e disomogenea.

Nel più generale discorso della diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, sarebbe opportuno rientrasse anche l’opportunità di formare i lavoratori in merito alle competenze non tecniche, evidenziandone per ciascuna i risvolti positivi relativamente alla prevenzione dei rischi sul posto di lavoro e all’implementazione del “sistema sicurezza”.

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