La valutazione dei rischi di attività estremamente monotone viene effettuata attraverso l’Indice OCRA, un valore ricavato attraverso una formula specifica per le attività occupazionali ripetitive. Un indice, questo, che è però altamente complesso e che è impiegato soprattutto nei casi in cui l’intero ambiente di lavoro deve essere riprogettato per una più corretta azione preventiva.
Prima di arrivare all’intera sistemizzazione del layout ambientale, è opportuno (e comune) il ricorso alla check lista ocra, un test semplificato di analisi preventiva dei posti di lavoro in cui si svolgono compiti ripetitivi.
La check list ocra consente di valutare un indice ocra sommando tutti gli indici parziali funzioni della frequenza delle azioni tecniche, della forza impiegata, dei periodi di recupero, della posizione assunta dalle spalle, dai gomiti, dalle mani e dai polsi, della ripetitività e della presenza di altri fattori (o fattori addizionali). Tutto questo deve andare moltiplicato per la durata del lavoro.
Tale formula valuta l’intensità della forza nel corso delle azioni tecniche sulla base della Scala di Borg, ma anche la durata del tempo di lavoro nei diversi livelli di intensità.
A questo punto, possono essere individuate cinque diverse classi di rischio.
Tale premessa era necessaria, poiché il lavoro del pizzaiolo si costituisce come mansione che richiede elevata specializzazione e che, di conseguenza, è spesso assolta da un unico soggetto che per molte ore al giorno svolge le stesse azioni, tra l’altro seguendo il ritmo incalzante delle richieste dei clienti. Si può stimare che l’insieme delle operazioni necessarie per la preparazione completa di una pizza comporti un tempo totale di 200 secondi. Per ogni prodotto, però, il soggetto è costantemente impegnato nello svolgimento di azioni rapide, continue (azioni tecniche dinamiche) con entrambi gli arti e elevata stereotipia. La forza necessaria è di grado moderato per 1/3 del tempo e le posture assunte quasi sempre incongrue. I rischi sono molto elevati (mediamente elevati nei migliori dei casi) per le articolazioni di entrambi gli arti, il collo, la schiena.
Un discorso analogo si può applicare agli addetti impiegati nella preparazione della sfoglia a partire dall’impasto. Se è vero che la stesura della sfoglia viene generalmente effettuata attraverso l’utilizzo di un apposito macchinario, è pur vero che l’addetto è chiamato a coadiuvare il lavoro della macchina esercitando una costante pressione sulla sfoglia. Già questo è un lavoro ripetitivo, che si somma alla farcitura dei prodotti ripieni, che ancora viene in taluni casi effettuata a mano. Un’attività che si svolge ad una frequenza tanto più elevata, quanto più l’esperienza dell’addetto è alta. La forza richiesta è minima, ma per buona metà del tempo impegna le mani in posizioni innaturali (presa pinch) e i polsi in posture incongrue e dannose a lungo termine.