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ANCORAGGI E PONTEGGI
2015-02-23

ANCORAGGI E PONTEGGI

Buona prassi e buon senso per ponteggi sicuri e solidi

I ponteggi, strutture imprescindibili dell’attività edile, sono strumenti tanto utili quanto pericolosi per i lavoratori che devono ricorrervi. È sufficiente un cattivo ancoraggio o un ancoraggio improprio per provocare danni anche irreversibili alle persone.

Spesso, purtroppo, gli anni di esperienza nello svolgimento di un mestiere spingono il lavoratore a un livello di spregiudicatezza che lo rende sprezzante del pericolo. Lavorare da sempre in un certo modo, avere sempre fatto le cose in quella determinata procedura e avere troppa confidenza con gli utensili non sono fattori sufficienti a rendere quel sistema il migliore o addirittura quello giusto. Anche se fino a questo momento le cose sono andate bene e nessuno si è fatto male, non significa che si stia lavorando nella maniera più corretta per salvaguardare la propria e l’altrui incolumità.

Gli ancoraggi, ovvero i materiali di supporto e i tasselli – gli ancoranti – ai quali vengono ormeggiati i ponteggi, sono aspetti da valutare con attenzione in base alle caratteristiche dell’attività che ci si accinge a svolgere e alle qualità del ponteggio stesso. I materiali di supporto e i tasselli, infatti, sono di diverse tipologie, ciascuna adatta a mettere in sicurezza determinate situazioni. Saper riconoscere quale combinazione tra questi ancoraggi sia la più corretta da un punto di vista strutturale e da un punto di vista operativo non è una questione marginale.

I materiali di supporto possono essere compatti e uniformi (calcestruzzo), compatti e non uniformi (murature in mattoni pieni e pietra), alleggeriti e porosi (blocchi pieni di calcestruzzo leggero), e infine materiali semipieni e forati (laterizio forato e blocchi forati in calcestruzzo alleggerito). Per la sua naturale resistenza alla compressione, il calcestruzzo è sicuramente il materiale ancorante più versatile, in grado di risolvere diverse situazioni e di accogliere tasselli di misure e dimensioni differenti. Viceversa il laterizio e il calcestruzzo alleggerito si prestano a ancoraggi di carichi leggeri o medi.

Anche i tasselli, a loro volta, si distinguono per caratteristiche proprie e intrinseche in diverse tipologie:

  • meccanici a espansione forzata, ideali per materiali compatti e uniformi
  • meccanici a variazione di forma, ideali per materiali compatti e uniformi
  • chimici a variazione di forma, ideali per materiali forati alleggeriti e porosi
  • chimici per adesione (resine, che divengono un tutt’uno col materiale di supporto).

Dati questi diversi materiali ancoranti, gli impianti di ancoraggio riportati nel libretto delle Autorizzazioni Ministeriali sono svariati:

  • ancoraggi ad anello
  • ancoraggi con tubi e giunti a cravatta
  • ancoraggi con tubi e giunti a contrasto
  • ancoraggi a barre filettanti passanti dotate di piastre di contrasto
  • ancoraggio con barra munita di gancio.

Le modalità e le condizioni di impiego di ciascun materiale di supporto, tassello o impianto di ancoraggio, e la sua portata teorica vengono specificate sulle schede tecniche di ogni azienda produttrice. Si parla di “portata teorica” perché le schede non contengono in considerazione la resistenza del materiale in cui potrebbero essere infissi. Pertanto, per stabilire l’effettiva portata della struttura sulla quale viene ancorato il ponteggio è necessario effettuare varie prove di resistenza:

  • infiggere i tasselli in diverse aree del muro scelte a seconda delle caratteristiche di impiego presunte oppure costruire gli impianti di ancoraggio più idonei alle caratteristiche proprie della struttura
  • ricorrere a una dinamometro
  • fornire i dati della resistenza a un tecnico affinché provveda a verificarne la veridicità e l’idoneità per garantire l’adeguata portata dell’ancoraggio
  • montare il ponteggio rispettando le procedure in sicurezza e evitando di ancorarlo al muro nei punti in cui sono state precedentemente effettuate eventuali prove di tenta.
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