
"In un’intervista rilasciata al quotidiano web di settore PuntoSicuro, Donato Lombardo (del Coordinamento Tecnico delle Regioni) ha parlato delle future novità in materia di formazione alla sicurezze sul lavoro. A partire da una possibile riclassificazione dei rischi in due livelli."
Sembra siano giunti alla realizzazione di una prima bozza definitiva, dopo un lungo confronto, il Ministero del Lavoro e il Gruppo Tecnico del Coordinamento Interregionale. L’accordo prevede modifiche alla formazione degli RSPP e ASPP – regolata dell’Accordo del 26 gennaio 2006 – che affondano le radici nei numerosi decreti che si sono succeduti – in particolare la Legge n.98/2013 “Decreto del fare” - e nelle novità introdotte dal Jobs Act.
È quanto ha lasciato intendere Donato Lombardo, rappresentante del Gruppo di Coordinamento Tecnico delle Regioni, che si dice entusiasta del lavoro svolto, specialmente perché nel nuovo accordo si torna a parlare della possibilità di introdurre una nuova classificazione a due livelli dei rischi. Un’eventualità già contenuta nel Decreto del Fare – nota come "Decreto Rischi Bassi "– ma mai attuata, che rispecchia totalmente la volontà di semplificare e migliorare il sistema di gestione della Salute e della Sicurezza sul Lavoro. Il Decreto individuerebbe i settori di attività a basso rischio infortunio e malattie professionali e le distinguerebbe da quelle a rischio non-basso. Comportando interessanti conseguenze anche per la formazione.
E proprio la Formazione ha subito un numero significativo di cambiamenti, a quanto dice Lombardo. Variazioni che non hanno solo a che vedere – come già annunciato – con l’addestramento delle figure di RSPP e ASPP, ma anche con la disciplina dei crediti formativi e l’applicazione dell’apprendimento e-learning a più contesti formativi. Ma andiamo con ordine.
Per ciò che riguarda i RSPP e ASPP la principale novità è sicuramente l’ideazione di un unico percorso formativo comune a tutti i settori. È presumibile resti la divisione del corso in tre moduli distinti: MODULO A (giuridico e normativo) di 28 ore; MODULO B (tecnico) di 48 ore; MODULO C (gestionale) di 24 ore. Le modifiche verranno apportate ai contenuti per un adeguamento mirato al mutato quadro normativo e all’abolizione della distinzione dei nove macrosettori. Al massimo l’accordo potrebbe prevedere quattro moduli specialistici di integrazione (Agricoltura e Pesca; Cave e Costruzioni; Petrolchimico; Sanitario) qualora le aziende presentassero particolari caratteristiche tecniche e/o di rischio.
Inoltre, il MODULO A del corso di formazione per RSPP potrà essere erogato e fruito in e-learning, così come anche il modulo giuridico e l’aggiornamento del corso per i Coordinatori di Cantiere e la Formazione Specifica a tutti i lavoratori di aziende inquadrate come rischio basso. È evidente che perché questo avvenga e soprattutto sia funzionale, è necessario un adeguamento a standard internazionali che misurino la qualità del metodo formativo e diano indicazioni in merito alla verifica dell’apprendimento.
Nel discorso sulla formazione rientrano però anche le altre due questioni a cui abbiamo accennato, che secondo Lombardo sono indispensabili ai fini della semplificazione e del miglioramento del sistema SSL italiano. Da un lato il riconoscimento dei crediti formativi nel caso di equivalenza dei percorsi formativi, che garantirebbe il principio di non ripetitività degli argomenti e delle lezioni cui già si è partecipato. Dall’altro, nuovi requisiti per i docenti formatori, le cui idoneità saranno regolamentate dal Decreto 6/3/2013 per tutta la formazione non diversamente normata – come invece è per gli addestratori all’utilizzo delle macchine da lavoro, la cui preparazione è gestita dall’apposito accordo.
Il rappresentante del Coordinamento Tecnico Interregionale si dice fiducioso rispetto alle modifiche ipotizzate e su cui si è trovato l’accordo e auspica la loro realizzazione in tempi brevi. Puntando soprattutto sulla concretizzazione della classificazione dei rischi a due livelli, una soluzione che potrebbe risolvere numerosi aspetti ambigui o poco chiari della legislazione italiana su SSL.